Un weekend a Parigi ė. Bello a prescindere. Incontrare poi amici dispersi o conosciuti attraverso la rete rende il viaggio anche più piacevole e interessante. Ma sono stata a Parigi per i fumetti e questo ha un senso. Dal treno e senza tutta la rete di materiali e rimandi non me la sento di approfondire il discorso su quello che è stato e i ragionamenti che ne possono derivare.
Qualche appunto però si può condividere anche da ora.
Il SOB non era una manifestazione come le pensiamo nel mondo del fumetto, non fiera, non mostra. Un piccolo convegno intimo fra studiosi e critici del fumetto, qualche ospite internazionale (per l'Italia Matteo Stefanelli) e molti francesi, saggi, enciclopedici o didattici i analitici o divulgativi, delle tavole rotonde nel giardino d'inverno di un ristorante il cui patron è docente e coordinatore delle scuole di arti decorative, mentre il resto avviene in una galleria d'arte che ama i fumetti. In fondo che altro? Un incontro, un modo di scambiare parole, ma in un paese in cui le vetrine delle librerie espongono gloriosi vecchi e nuovi fumetti e, nell'attesa del Natale i rifornimenti si fanno a pile alte come un adulto del nord.
Siamo tra chi legge fumetti diversi, ora anche tanti manga, e dove giovani studenti di fumetto vengono ad ascoltare questi signori non troppo giovani e molto specialistici. Ma non siamo in un altro mondo. Dunque tutto è possibile se ci fantastichiamo su. Che noi di ComicOut un po' di fantasia l'abbiamo e pure voi che ci leggete.
A presto con ragionamenti, resoconti e filmati.
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