lunedì 16 settembre 2013

Ancora sul digitale

Non è un vero post, questo.
È che tengo parte dei link per parlarne e mi sono stufata. Questa settimana siamo più incasinati che mai, tra parlare dei nuovi corsi e workshop in partenza (ascuoladifumetto-online), tra preparare i libri per Lucca e Natale (meraviglie, vedrete) la rivista, e poi questo fine settimana l'impegno gradito ma impegnativo (;)) di Critical Comics, a Roma (si consiglia la prenotazione gratuita dei posti se volete seguire gli incontri di sabato con comodità).

Perciò lancio qualche sasso e poi se ne riparla:

Oggi anche tra professori dello IED di Roma a parlare del digitale e della carta che sarà poca e raffinata. Certo, questa è una via.
Ma il digitale è ben altro.

Pensate quando nacque la TV (io la vedevo poi da mia nonna perché mia madre non la voleva per non distrarci dagli studi, diceva...), un canale. Certo, se ne potevano sognare di più, il colore anche lo si poteva immaginare.
Ma le crescite sono esponenziali. Prima arrivò il secondo e restando in bianco e nero. E guardiamo a che programmi si facevano.Poi le tv private e mediaset e la moltiplicazione di canali e orari e colori.
E il prodotto è cambiato, anche se in qualche palinsesto troviamo tracce, come pallida memoria di quello che fu la TV, i film, Paolo Poli, il Maestro Manzi, chi sa chi lo sa, les enfants du paradis, Pippi...


La rete è così, in crescita, in questo momento è tutto e però confusa nella sua ricchezza opulenta.
Il digitale non coincide con la rete, vi si appoggia.
Il giornalismo e il digitale vengono analizzati (con la superficialità dello slideshare) qui.
Qui invece regolette e consigli per non criticare i social network, ma usarli bene.

Tutte cose sensate. E tutte scalette che cercano da avere pensieri pochi e chiari.
Anche questo è rete. Scrivere poco e chiaro. Dividerlo in punti e blocchi. Anche questo è digitale.
Forse.

Per ora credo che digitale possa essere un pericoloso aiuto alla carta (che nel fumetto appare ancora vincente), uno spazio pubblicitario e di lancio, un mezzo agile di conoscenza.



Ma siamo solo al secondo canale in bianco e nero, o forse alle prime TV private che rallegreranno tanti italiani con i porno all'1 di notte e gli spogliarelli delle casalinghe.
A livello di utenti per i libri digitali, poi, siamo appena al canale unico anni 50/60, e però aumenteranno veloci, se daremo loro le cose giuste, e se la tecnica ci sosterrà.
La radio acquisterà solo uno spazio particolare, avrà le sue avventure di radiolibere negli anni 70, avrà i grandi spazi che ha ancora oggi. La radio è la carta, nel mio gioco di paragoni, se non lo aveste capito.

E il costo di tutto? pagherà la pubblicità quello che la rete e la tecnica tende a rendere libero e gratuito?

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