C'è stato nella mia infanzia, un cartone animato in cui spiegavano alcuni ideogrammi, animandoli. Questo è l'uomo ed è l'uomo che cammina.
Ci ho ripensato qualche tempo fa, scrivendo un piccolo pezzo per il catalogo e la mostra di Pratt, che sarà esposta a Napoli, al museo archeologico, durante e dopo il Comicon.
Una cosa molto bella e ricca, e io ho parlato di corto e delle donne...
Ma torniamo all'uomo che cammina dell'ideogramma, che ho associato a certe figure di Corto Maltese.
E oggi ho comprato e letto l' – ahimè – ultimo Mercurio Loi (ultimo solo nella serie regolare, spero). Mercurio Loi, dice qualcuno che lo conosceva, amava camminare... è un suo segno di riconoscimento (e non a caso la sua crisi si esprime nel non muoversi, nello stare steso).
© Sergio Bonelli Editore |
Camminare.
Nel fumetto questo è apparso già in un'opera meravigliosa di Jiro Taniguchi, L'uomo che cammina, appunto. E poi in un altro suo fumetto.
Camminare è essenziale per chi pensa, camminare oggi è visto come la ginnastica più sana e semplice, ma lo scopo più importante non è dimagrire, con il rischio di generare ansia e gra con se stessi, camminare è andare anche lenti, o grandi falcate e pensare... e guardare.
I disegnatori lo sanno quanto sia importante camminare e potersi fermare.
Lo sanno gli urban sketcher e i viaggiatori con i loro carnets de voyage.
Sei disegnatori disegnano nel camminare, e gli sceneggiatori pensano, i personaggi dei fumetti spesso attraversano la terra grandi falcate ("compassi che misurano il mondo", avrebbe detto Truffault, che però parlava delle gambe femminili) come Corto...
Ma l'uomo che cammina è anche la figura di Giacometti, e il pensiero nel camminare, sta nella Passeggiata di Walser...
Speriamo che le camminate di Mercurio Loi (di Alessandro Bilotta) non si fermino qui, che non continuino solo nelle ristampe cartonate, ma in nuove storie...
...perché i fumetti camminano.
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