Mentre aspettiamo i risultati delle elezioni, e Gipi commenta in diretta i primi instant pool via streaming sul sito di «Internazionale»: pochi commenti e molte chiacchiere. il fumetto serve a raccontare in Francia una situazione italiana molto particolare: la Terza Camera, come Giulio Andreotti chiamava la trasmissione Porta a Porta condotta da Bruno Vespa. L'attenzione francese dunque su vecchia politica e sulla televisione come spazio politico e dei politici, proprio mentre sentiamo che quello spazio sta diventando meno importante e che quei politici vanno in pensione.
Ma da fumettari ci incuriosisce questo uso del mezzo fumetto per raccontare (in sequenza) fatti di costume politico. È la Francia, sì, ma non scordiamoci del Gipi commentatore e di Pazienza con Pertini (proprio oggi ne ricordiamo la scomparsa – 24 anni fa – con una vignetta di Paz).
Politica e fumetto? non così lontani...
lunedì 25 febbraio 2013
domenica 24 febbraio 2013
BilBolBul, eccoci
In diretta da Bologna, in una delle poche pause di una delle edizioni più frenetiche degli ultimi anni. Edizione frenetica non solo per tantissimi eventi sparsi nelle vicinanze del centro storico di Bologna, ma anche per l'apporto quasi natalizio dato dalla neve, che ieri è caduta dolcemente ma costantemente per tutto il giorno. In questi momenti in cui vi scriviamo è uscito uno splendido sole, ma la città resta magnificamente coperta di bianco e non vediamo l'ora per uscire dall'albergo per correre in Sala Borsa.
Ecco qualche scatto dal tavolo delle dediche di ieri
Ecco qualche scatto dal tavolo delle dediche di ieri
La coreana Tomi Um, protagonista anche del workshop di serigrafia |
Vittorio Giardino, Michelangelo Setola, Luca Genovese |
da dx Jason, Luca Genovese, Michelangelo Setola, Silvia Rocchi |
giovedì 21 febbraio 2013
Il ritorno del re
un bozzetto di Bruno Brindisi con Dylan e Groucho ©SBE |
Con una campagna pubblicitaria affidata alla firma prestigiosa di Young&Rubican, ma sul loro sito non ce n'è traccia, sbarca oggi in edicola la quarta ristampa di Dylan Dog, stavolta a colori, con nuove copertine di Bruno Brindisi e allegata a «Repubblica».
Per la colorazione si è lavorato digitalizzando (e, dunque, restaurando) le pellicole originali. Per ora sono programmate 50 uscite, con 3 storie per ogni albo. Saranno
presenti anche interviste e articoli: si parte con una (rara)
intervista a Sclavi. E fino a qui le notizie che sapevamo già tutti.
Quello che ancora non sappiamo, ma possiamo immaginare, è che almeno per i primi numeri sarà un boom di vendite. La campagna
pubblicitaria che ne accompagna l'uscita è comunque una campagna a
favore del fumetto, che trascina non solo questa ristampa, ma tutto il
fumetto di cui le edicole sono piene ma da cui raramente si svuotano.
L'intervista a Tiziano Sclavi dovrebbe essere quella che trovate sul minisito che il gruppo
l'Espresso dedica alla nuova collana, qui Leggetela, merita perchè permette di conoscere un pochino meglio l'uomo oltre all'autore.
Bruno Brindisi, studi per vignette © SBE |
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martedì 19 febbraio 2013
Posti e mostre e BilBOlbul...
Vari e tanti i prossimmi appuntamenti e occasioni di incontro, per prima cosa ci saremo a BilBOlbul.
Ci troverete il sabato a gironzolare a Sala Borsa e nelle mostre, curiosando e intervistando Giardino o Jason o uno dei tanti autori presenti...
I nostri libri e Scuola di Fumetto li troveete sempre in Sala Borsa, allo stand che vende i fumetti, mentre accanto al tavolo dediche ci sranno gli autori (tra cui Laura Scarpa).
Questa mostra bolognese è tra le più importanti e la sola che non vuole essere una mostra-mercato, ma un grande avevnimento artistico.
Il Fumetto è Arte... scriveva Vincenzo Mollica nell'ultima pagina del «Grifo» tanti anni fa. BilBOlbul lo sostiene, portando grandi mostre dentro ai musei e nelle galelrie d'arte, ma anche in appartamenti e caffè... È tempo di pensare a modi diversi di guardare al fumetto, modi che non siano solo comprare i libri nelle mostre mercato, ma vivere diversamente le esposizioni e gli incontri con gli autori, magari coinvolgendo intere città, come è accaduto QUI per il teatro e l'arte. Non si tratta dunque solo di fumetto popolare o d'autore, di fumetto seriale o graphic novel, si tratta anche di coinvolgere diveramente i lettori e anche i passanti.
Un passo in questa direzione BilBOlbul l'ha fatto, occorre probabilmente farne altri.
Ci troverete il sabato a gironzolare a Sala Borsa e nelle mostre, curiosando e intervistando Giardino o Jason o uno dei tanti autori presenti...
Jason |
Vittorio Giardino |
I nostri libri e Scuola di Fumetto li troveete sempre in Sala Borsa, allo stand che vende i fumetti, mentre accanto al tavolo dediche ci sranno gli autori (tra cui Laura Scarpa).
Questa mostra bolognese è tra le più importanti e la sola che non vuole essere una mostra-mercato, ma un grande avevnimento artistico.
Il Fumetto è Arte... scriveva Vincenzo Mollica nell'ultima pagina del «Grifo» tanti anni fa. BilBOlbul lo sostiene, portando grandi mostre dentro ai musei e nelle galelrie d'arte, ma anche in appartamenti e caffè... È tempo di pensare a modi diversi di guardare al fumetto, modi che non siano solo comprare i libri nelle mostre mercato, ma vivere diversamente le esposizioni e gli incontri con gli autori, magari coinvolgendo intere città, come è accaduto QUI per il teatro e l'arte. Non si tratta dunque solo di fumetto popolare o d'autore, di fumetto seriale o graphic novel, si tratta anche di coinvolgere diveramente i lettori e anche i passanti.
Un passo in questa direzione BilBOlbul l'ha fatto, occorre probabilmente farne altri.
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martedì 5 febbraio 2013
Non siamo andati ad Angoulême - 4
Visto che non ci siamo andati, noi di Angoulême 2013 possiamo dire pochetto...
C'è stata polemica sul vincitore, Willem, con presunta votazione "popolare" deformata dalla giuria... ma è già sucesso altre volte. In caso di pochi voti di differenza ci si è affidati ai premi speciali: questa volta a Akira Toriyama.
Voci di abitués, professionisti che vanno tutti gli anni a godersi un bagno di fumetto, riportano che questa edizione fosse in tono minore.
Ecco i quesiti che rivolgo a chi ci è andato:
Tono minore perché meno pubblico e uscite meno interessanti, insomma un calo del settore?
Tono minore perché la crisi economica fa stringere su tutto, allestimenti, edizioni, mostre, acquisti?
Tono minore perché la vecchia e gloriosa mostra a 40 anni le prime rughe e segni di cedimento?
È invecchiato il sistema, il meccanismo stesso, o la mostra si è gonfiata in troppe direzioni?
I quesiti sono interessanti perché non si fermano al caso Angoulême, ovviamente coinvolgono diverse questioni sul fumetto e sulle fiere e sui festival.
In primo, autorevole e acuto testimone è Claudio Curcio, fondatore e direttore di Napoli Comicon, dunque di una storica fiera italiana, ora anche casa editrice:
«Quest'edizione mi è sembrata un'edizione di passaggio, sotto molti punti di vista: per motivi tecnici, come la fine del lavoro del direttore artistico Benoît Mouchart (che diventerà direttore editoriale di Casterman) o l'adozione di una nuova procedura (con polemiche annesse) per la scelta del Grand Prix, ma soprattutto perché mi sembra evidente che tutto il progetto del festival sia arrivato a un punto in cui alcune linee guida, che si seguono da 40 anni praticamente, cominciano a dare segni di stanchezza e che le polemiche stiano prendendo un po' troppo il sopravvento sullo stesso programma.
Polemiche tra l'associazione fondatrice del festival (con la città che lo ospita) e la società che lo gestisce (grazie a un contratto decennale che scadrà ne 2017), polemiche tra la direzione del festival e quella del Centro Nazionale del Fumetto e dell'Immagine (CNBDI, cioè il vecchio Museo del Fumetto, e questo ci mostra come tutto il mondo è paese), polemiche tra i grandi editori e i piccoli sulla visibilità e l'importanza data alle rispettive pubblicazioni (nel programma delle attività come nella selezione dei libri da premiare) e infine la polemica in seno all'accademia dei Grand Prix con i fautori dell'apertura al nuovo (capitanati da Lewis Throndeim), che nel cercare con troppa veemenza di far votare autori giapponesi, stranieri o in generale più moderni come produzione ottengono l'effetto contrario di far arroccare i "vecchi" su posizioni che si potrebbero definire conservatrici (salvo scoprire che Willem aveva ricevuto più voti di tutti dagli autori accreditati).
Se ci mettiamo il fatto che la crisi ha colpito anche la Francia (e quindi meno soldi per gli allestimenti scenografici, le attività e le presenze, di professionali e di pubblico) e il fatto che a causa della guerra in Mali e il conseguente piano di sicurezza, si dovesse essere quasi perquisiti all'ingresso di ogni padiglione (con conseguenti file ancora più lunghe del solito), è chiaro come questa edizione tutto sembrasse fuorché la celebrazione gioiosa di 40 anni di attività del più importante festival europeo (e forse non solo) di Fumetto.
Per finire, una nota positiva, perché mi è sembrato che dal punto di vista creativo l'offerta fosse come sempre ottima e ben assortita, come se la passione della maggior parte degli autori (siano essi esordienti o accreditati) fosse in qualche modo refrattaria alle tante polemiche. Insomma, è stato un festival come sempre molto stimolante, almeno per me, in attesa di una 41ma edizione che immagino con molti cambiamenti».
Oggi che significato può avere una fiera di fumetto? In che direzione si evolve? E il fumetto stesso quanto può influenzare, con la sua evoluzione, le manifestazioni a lui dedicate?
Rilancio dunque la palla non solo ai testimoni di Angoulême, ma anche a chi lavora nelle fiere e manifestazioni italiane.
C'è stata polemica sul vincitore, Willem, con presunta votazione "popolare" deformata dalla giuria... ma è già sucesso altre volte. In caso di pochi voti di differenza ci si è affidati ai premi speciali: questa volta a Akira Toriyama.
Voci di abitués, professionisti che vanno tutti gli anni a godersi un bagno di fumetto, riportano che questa edizione fosse in tono minore.
Ecco i quesiti che rivolgo a chi ci è andato:
Tono minore perché meno pubblico e uscite meno interessanti, insomma un calo del settore?
Tono minore perché la crisi economica fa stringere su tutto, allestimenti, edizioni, mostre, acquisti?
Tono minore perché la vecchia e gloriosa mostra a 40 anni le prime rughe e segni di cedimento?
È invecchiato il sistema, il meccanismo stesso, o la mostra si è gonfiata in troppe direzioni?
I quesiti sono interessanti perché non si fermano al caso Angoulême, ovviamente coinvolgono diverse questioni sul fumetto e sulle fiere e sui festival.
In primo, autorevole e acuto testimone è Claudio Curcio, fondatore e direttore di Napoli Comicon, dunque di una storica fiera italiana, ora anche casa editrice:
«Quest'edizione mi è sembrata un'edizione di passaggio, sotto molti punti di vista: per motivi tecnici, come la fine del lavoro del direttore artistico Benoît Mouchart (che diventerà direttore editoriale di Casterman) o l'adozione di una nuova procedura (con polemiche annesse) per la scelta del Grand Prix, ma soprattutto perché mi sembra evidente che tutto il progetto del festival sia arrivato a un punto in cui alcune linee guida, che si seguono da 40 anni praticamente, cominciano a dare segni di stanchezza e che le polemiche stiano prendendo un po' troppo il sopravvento sullo stesso programma.
Polemiche tra l'associazione fondatrice del festival (con la città che lo ospita) e la società che lo gestisce (grazie a un contratto decennale che scadrà ne 2017), polemiche tra la direzione del festival e quella del Centro Nazionale del Fumetto e dell'Immagine (CNBDI, cioè il vecchio Museo del Fumetto, e questo ci mostra come tutto il mondo è paese), polemiche tra i grandi editori e i piccoli sulla visibilità e l'importanza data alle rispettive pubblicazioni (nel programma delle attività come nella selezione dei libri da premiare) e infine la polemica in seno all'accademia dei Grand Prix con i fautori dell'apertura al nuovo (capitanati da Lewis Throndeim), che nel cercare con troppa veemenza di far votare autori giapponesi, stranieri o in generale più moderni come produzione ottengono l'effetto contrario di far arroccare i "vecchi" su posizioni che si potrebbero definire conservatrici (salvo scoprire che Willem aveva ricevuto più voti di tutti dagli autori accreditati).
Se ci mettiamo il fatto che la crisi ha colpito anche la Francia (e quindi meno soldi per gli allestimenti scenografici, le attività e le presenze, di professionali e di pubblico) e il fatto che a causa della guerra in Mali e il conseguente piano di sicurezza, si dovesse essere quasi perquisiti all'ingresso di ogni padiglione (con conseguenti file ancora più lunghe del solito), è chiaro come questa edizione tutto sembrasse fuorché la celebrazione gioiosa di 40 anni di attività del più importante festival europeo (e forse non solo) di Fumetto.
Per finire, una nota positiva, perché mi è sembrato che dal punto di vista creativo l'offerta fosse come sempre ottima e ben assortita, come se la passione della maggior parte degli autori (siano essi esordienti o accreditati) fosse in qualche modo refrattaria alle tante polemiche. Insomma, è stato un festival come sempre molto stimolante, almeno per me, in attesa di una 41ma edizione che immagino con molti cambiamenti».
Oggi che significato può avere una fiera di fumetto? In che direzione si evolve? E il fumetto stesso quanto può influenzare, con la sua evoluzione, le manifestazioni a lui dedicate?
Rilancio dunque la palla non solo ai testimoni di Angoulême, ma anche a chi lavora nelle fiere e manifestazioni italiane.
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