Intanto qui trovate un po' di foto fatte dal Rrobe, e poi magari riuscite a capire dove leggervi i 5 blogger a Napoli.
Io vi dico la mia (altre info anche sul blog di Luca Boschi)
Teresa, standista di classe e come acquirente ... un vero Cestaro! |
Come quando vedo un film, a caldo mi piace o non mi piace, qualche giorno dopo lo so se davvero mi è piaciuto o no, se è un film che mi resta o che scompare.
Poi le fiere e mostre-mercato hanno vari livelli di lettura.
A livello personale è stato bellissimo: ho incontrato con grande piacevolezza autori stranieri che conoscevo poco (di persona) o per niente. Ho parlato con autori e addetti ai lavori italiani in modo rilassato e inusuale. Ho coltivato rapporti, scambiato opinioni, aperto orizzonti.
Personalmente sono riuscita anche a vedermi bene le tavole di Dino Buzzati, che è sempre un palpito al cuore, e la mostra di Killofer, che esponeva cose a me ignote (le illustrazioni) oltre che le sue tavole a fumetti che amo da decenni... e ho visto che c'erano autori ed esperti a cui non era noto e che se ne estasiavano.
Recchioni che scopre Killofer e lo apprezza assai |
Nell'ombra una vecchia volpe... chi sarà? |
Ho visitato (scappando dal gruppo e rapendo con me Melinda Gebbie e autori francesi, svizzeri, messicani ecc ecc) Pompei.
Ho faticato, certo, mi sono anche gonfiata l'occhio col cuscino dell'hotel cui sono risultata allergica... ma niente di grave e molto di più le belle cose.
I super-stronzi del bar si sono bevuti una bottiglia sulle 4 che avevo lasciato da tenere in frigo, mentre ad altri hanno chiesto l'euro di pedaggio. Da uccidere, da cancellare. Ma come vi permettete di bere la bottiglia che ho comprato e portato da offrire allo stand?
Ma questo, a livello personale, è stato l'unico tocco negativo.
Personalmente
Poi viene il discorso sulla fiera.
La fiera dopo il Castello.
Io avevo un bel ricordo della Fiera di Oltremare, rispetto ad altri capannoni fiericoli. E si è confermato (anche se maggior pulizia dalla polvere all'apertura mi avrebbe aiutato, in quanto standista).
Ma resta una fiera. Molto meno gelida e umida e buia del Castello, ma meno affascinante.
E questo ha influito? Ha influito.
In che modo la fiera d'Oltremare influisce sul Comicon rispetto al Castello?
• Positivamente sul quantitativo di pubblico.
Moltissimi ragazzi che venivano per il piacere di girarci, comodi con metro e trenino, prati su cui sdraiarsi, spazi adatti per tutto... soprattutto per i games. Cibi piacevoli e a buon prezzo.
Molti ragazzini giovanissimi, nemmeno cosplay, curiosi. L'hanno notato tutti. Giravano bande di dodicenni! (disinteressati assolutamente al fumetto).
• Negativamente sulle mostre. Bei materiali che non si vedono, non si recepiscono come "mostra" nemmeno quando posizionati in bella vista all'ingresso. Le mostre di fumetto non sono appendere quadri ai muri, hanno bisogno (più qui che al Castello) di coreografia. Inoltre sono stati trattati in modo uguale riproduzioni e originali e questo confonde anche più.
Martin Mystère |
Insomma, belle mostre semi-celate dai capannoni. Peccato.
Wazem |
Fior |
Peeters |
• Positivamente o in modo neutro su incontri, in genere ben frequentati e visibili, ma rumorosi, e possibilità di incontri con gli autori... anche se si può migliorare il tutto.
• Negativamente sulle vendite? Forse. Forse chi veniva al Castello era più motivato. Sicuramente non trovava di più, ma lo trovava concentrato, diversamente visibile, sebbene la disposizione degli stand mi sia sembrata ottima. È l'aria, la luce che cambia e distrae.
In ogni caso tutti, tranne pochi casi, con begli autori a firmare e grandi testate popolari, non hanno incassato i soldi per ripagarsi. Gli organizzatori sono stati attenti a questo. Ben due volte sono passati per informarsi se ci trovavamo bene, se si vendeva, e insomma a trarre conclusioni attente.
Ma davvero non si vendeva perché il Comicon era alla Fiera d'Oltremare?
Si vende meno ovunque. Perché c'è crisi economica, ma anche perché i lettori non si stanno rinnovando abbastanza. Da molti anni si vendono sempre più giochi e gadget e spaghetti giapponesi.
Mica solo alle fiere. Ma le fiere accentuano uno stato di fatto: leggere i fumetti non è popolare, non troppo. Leggere fumetti d'autore anche meno.
In fiera oggi, sempre di più, si va per giocare e divertirsi, più che per i fumetti.
Su questo punto concordo con Bottero, nel suo post. Ma le questioni di prezzo e altro non c'entrano, oltre a sembrarmi fuorvianti.
Piuttosto...
...È davvero la fine? Non del Comicon, ma di un certo tipo di fiere, per quello che riguarda il mondo editoriale del fumetto?
Speriamo di no. Ma crediamo che forse sì.
Se sta cambiando l'editoria, per stili, generi, metodi di vendita e supporti di pubblicazione, perché non le mostre-mercato?
Da una parte la scissione fra games e fumetti si fa sempre più forte, con l'esclusione di una limitata fascia maschio-giovanile.
Dall'altra la presenza di giovani leve pronte al gioco e all'avventura potrebbe favorire l'avvicinamento delle stesse al fumetto... certo non a tutto il fumetto (insomma a un guerriero combattivo non credo interessino Valentina Mela Verde o Persepolis o Il gatto del rabbino e nemmeno Io le pago...).
Occorre cambiare e trovare soluzioni.
Essere noi più divertenti?
Trovare degli spazi medio-adulti?
Condurre ancora di più per corridoi tematici?
Oppure accendere un cero al santo protettore dei fumetti?... ce ne sarà ben uno...
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