I festival e fiere e cose di fumetto, avevano una volta la valenza di divertimento, relax e cultura (fumettistica) per me.
Non so se sono cambiate loro, ma certo sono cambiata io, perciò alle fiere mi affanno, faccio e vedo cose interessanti, incontro gente ma non mi rilasso più e mi diverto di meno.
Finiti i tempi in cui tutta lucca Comics stava nella piazza del Giglio (forse in mezza piazza) contenendo in un tendone tutta l'editoria italiana, da Bonelli a Frigidaire e persino le Strix... finiti quei tempi in cui la sera suonavano la chitarra Pratt e gli altri.
Io poi sono invecchiata peggio di loro (ma erano un po' più giovani) e mal reggo le serate di vita e musica a palla e fiesta-fiesta.
Io alle fiere lavoro. Le mostre le vedo spesso di corsa, ma me le gusto ancora, però in fiera son carica di doveri e impegni, anche belli, ma sto al palo.
A Bologna, a BilBOlbul no. Perché il mercato non c'è. Il banco (ristretto a un numero di libri che più o meno riguarda le mostre) è gestito dalla mostra, al massimo devi fare qualche presentazione, qualche intervista o delle dediche. E io non dovevo lavorare!!!!!!
In realtà gli impegni ci sono, ma non sono strappati con le unghie alle ore di stand e incontri dovuti, li rubi facile, magari vedendo le mostre, e son più fruttuosi di contatti e idee, perché si sorseggia o si mastica senza correre (troppo).
Per ComicOut a Bologna i contatti sono stati interessanti. Chiacchiere per ora, ma molte persone e gruppi con cui interagire.
E poi mi sono divertita e ho incontrato vecchi amici e superamici.
per esempio...
Ecco dunque un bel ritratto di Adriano Carnevali con ci ho visitato la mostra di Attak e che qui posa sotto un'effige particolare di Tintin e Milou.
Infine una foto-ricordo dell'incontro tra Carnevali e i Superamici, che hanno fatto per l'occasione una versione superamica dei Ronfi di Adriano, di cui sono figli (dei ronfi, non di adriano) e fan.
Questo è solo un veloce modo di evidenziare come gli scambi, i contatti, le mostre, gli incontri, le genrazioni... possano creare nel fumetto immagini poetiche e surreali...
« [...]bello
come la retrattilità degli artigli degli uccelli rapaci; o ancora, come
l'incertezza dei movimenti muscolari nelle pieghe delle parti molli
della regione cervicale posteriore; [...] e soprattutto, come l'incontro
fortuito su un tavolo di dissezione di una macchina da cucire e di un
ombrello! » (Lautréamont)
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